Spesso gli individui a dodici anni sono capaci di riconoscere le motivazioni per le quali sono venuti alla Luce. Alcuni a quella giovane età, riconoscono le qualità che gli appartengono, così il loro desiderio ardente è di poterle vivere pienamente e fedelmente.
Al momento della nascita ogni essere umano nasce con molte capacità e altre le acquisisce nel tempo, tutte andranno a costituire i talenti personali.
Qualità che poi crescendo ogni individuo ha il compito di sviluppare nella sua vita.
Da chi sono state date queste qualità, questi talenti? E’ merito del Divino?
Ho avuto esperienza diretta con le mie figlie. Quando erano dodicenni già chiaramente si evidenziavano le loro qualità ed anche i valori. Così come lo è stato per loro, con ogni probabilità, ogni dodicenne è capace di percepire dentro di se le qualità che gli appartengono e il loro cuore non chiede altro che seguirle e sperimentarle, per essere “fedele al suo compito, che il divino gli ha assegnato”: poter evolvere.
Chi dimentica o tralascia di esprimere, come alcuni adulti, le proprie qualità, i propri talenti, trascorre l’esistenza come un ramo secco, che non porta più frutto. Così il tirare avanti diventa vuoto e senza senso. Forse noi adulti tenendo sempre sveglio il dodicenne che è in noi, potremmo vivere con entusiasmo e Fedeltà le qualità che ci appartengono.
Con ogni probabilità coloro che perdono l’entusiasmo, hanno perso la Fede nel Divino che pregna ogni cosa, ed è il responsabile delle qualità e talenti di cui ognuno è portatore più o meno consapevole.
Vivendo fedelmente le forze creative che ogni individuo porta in se e che vogliono ardentemente manifestarsi si concorre alla realizzazione del Piano Divino.
Cosa può impedire ad un essere umano la realizzazione del suo Compito Divino? Una cosa prevale su tutte ed è La mancanza di libertà!
Spesso alcuni adulti si arrogano il diritto di sapere ciò che è bene per i loro figli così gli tolgono la libertà senza conoscere cosa il Piano Divino ha riservato per loro. In questo modo molti giovani si trovano a non poter essere fedeli a se stessi.
Tutto questo può essere tragico! Viviamo in una società che si dice civile dove dovrebbe regnare la libertà di espressione. Qualche volta la libertà viene tolta a chi porta “frutti cattivi” e qualcuno finisce in carcere, perché le sue azioni nuocciono a se stesso e agli altri.
A quale scopo privare della libertà un essere umano che porta frutti buoni, che cresce nella gentilezza, nel rispetto di se stesso e degli altri, che ha come finalità della sua vita quello di essere felice e di rendere felici coloro che gli sono intorno?
E’ a questo punto che nasce la RADICE DELLA RIBELLIONE!
Guardando da questo punto di vista ho l’impressione che la differenza tra rivoluzione e ribellione è che il rivoluzionario rivolge le sue azioni fuori di se stesso, e vuole colpire “l’altro” che lui giudica colpevole.
Il ribelle non vuole colpire nessuno, sente solo il desiderio di esprimersi liberamente!!! Le sue azioni sono tutte rivolte a essere se stesso, per diventare “fedele collaboratore di Colui che lo ha mandato.”
Mi piace pensare che il ribelle sia sacro agli occhi di Dio poiché vuole rimanere fedele al suo volere seguendo La Legge che Dio stesso ha scritto nel suo cuore. Sono convinto che i “Dodicenni di ogni età” facciano bene a ribellarsi!!! Non si può vivere una vita piatta, senza ideali, senza valori.
Non ritengo giusto assecondare la cecità, di chi non vuole vedere!!! La vita potrebbe diventare una valle di lacrime e poi si incolpano gli altri dei propri malesseri.
L’idea che molti genitori hanno sull’educazione è “la pianta va piegata finché è giovane”.
UN FIGLIO NON E’ UNA PIANTA!!! Piegarlo equivale a umiliarlo, a renderlo incapace di trascorrere una vita degna di essere vissuta.
Penso che un giovane sia un “tesoro” di capacità e qualità che non andrebbero in nessun modo soffocate ma anzi ampiamente incoraggiate in modo che possa trovare gusto nella vita, avere coraggio di muoversi e di esprimersi.
Ogni essere umano può contribuire alla Realizzazione Del Piano Divino, può farlo contribuendo, partecipando, donando ciò di cui è capace.
Io sento che i Dodicenni di ogni età dovrebbero incoraggiare e stare vicini con affetto ai loro figli, così facendo contribuirebbero alla realizzazione di una esistenza in cui possano regnare la bellezza, la serenità, la giustizia, il rispetto, l’accoglienza, l’amorevolezza.
Con affetto Moreno.