L’avvenimento a cui mi riferisco risale al luglio del 1986. All’epoca ero già un insegnante di yoga, praticavo la riflessologia plantare, avevo frequentato alcuni seminari di shiatsu ed in quel mese stavo frequentando un seminario di yoga terapia in un centro del nord Italia. Ero molto insoddisfatto del seminario che stavo seguendo. Mi annoiava.
Studiavo cose molto interessanti ma la mia insoddisfazione rimaneva, perchè non si arrivava mai al cuore dei problemi. Si studiavano tante tecniche ma la soluzione dei disagi era sempre collocata in un lontano futuro.
Un giorno, mentre passeggiavo nel giardino del centro vidi una mia collega, Paola, che faceva strani movimenti con le mani sopra il corpo di un altro collega. Incuriosito le chiedo cosa stesse facendo.
Mi rispose che stava individuando le sofferenze che il nostro collega aveva vissuto nella sua vita.
Incuriosito più che mai le chiesi se potevo anch’io sottopormi a tale ricerca.
Lei gentilmente acconsentì.
Rimasi sbalordito dalle cose che mi disse ed ebbi subito la sensazione che dovevo a tutti i costi approfondire quelle conoscenze, sentivo una strana sensazione d’empatia. Così chiesi subito come avrei potuto studiare ciò che mi apparve subito come una cosa fantastica.
Paola mi spiegò che i corsi erano tenuti esclusivamente da Baba Bedi, per me allora un illustre sconosciuto, e che comunque per potervi accedere era necessaria una preparazione: le attivazioni.
Avrebbe telefonato subito a Baba e chiesto informazioni per mio conto.
Dopo la telefonata m’informò che Baba era disposto ad accogliermi come allievo a patto che prima avessi fatto le attivazioni, così avrei potuto partecipare al primo corso che sarebbe iniziato il 1° agosto. Mancava una sola settimana.
In quella settimana facemmo le attivazioni, ed il mattino del 31 luglio terminò il seminario di yoga-terapia. Partii immediatamente per la Garfagnana, era lì che si sarebbe svolto il corso. Arrivai in albergo cercai di Baba. Dopo poco lo incontrai, Baba era seduto su una sedia a rotelle al tavolo della sala, che poi avrei scoperto, sarebbe stata utilizzata per le lezioni. Aveva in una mano un bicchiere di whisky e nell’altra un sigaro. Parlammo per qualche minuto e devo dire che è stato un amore a prima vista. Ebbi immediatamente la sensazione di aver trovato ciò che mancava alla mia ricerca. Rimasi colpito dai suoi modi gentili ed accoglienti e dai suoi occhi. Mi sentivo finalmente a casa.
Quando ci lasciammo gli dissi che desideravo fare tutti i suoi corsi, (non immaginavo quanti fossero). Annuì sorridendo.
Il giorno seguente al termine della prima lezione di tecnica vibrazionale, Baba invitò tutti ad uscire, rivolgendosi a me disse: “Moreno, tu resta e chiudi la porta per favore”.
Chiusi la porta e quando ritornai verso di lui mi chiese: “per favore puoi massaggiarmi i piedi ?”, “ne ho bisogno perché quest’anno ho lavorato molto, dovevo andare in montagna a riposarmi ma ho avuto l’influenza, così ora inizio un nuovo periodo di lavoro senza aver avuto la possibilità di riposarmi”.
Io incredulo e meravigliato per la richiesta, (praticavo la riflessologia plantare ma Baba non lo sapeva) sedetti a terra davanti a lui, gli tolsi i suoi calzettoni di lana ed iniziai a massaggiargli gli enormi piedi. Baba mi precisò che avevamo cinque minuti di tempo prima dell’inizio di una nuova lezione. Gli risposi che cinque minuti erano molto pochi, ci sarebbe voluta almeno un’ora.
Di rimando mi chiese: “Sei disposto a venire tutte le mattine in camera mia prima dell’inizio delle lezioni? “
Onorato della richiesta risposi di sì.
Così iniziò il mio rapporto con Baba e quei momenti di massaggi, (dai piedi passammo a tutto il corpo) diventarono per me un grande insegnamento. Mi parlò della sua vita, dei suoi studi universitari, l’incontro con Einstein, della sua prima moglie Freeda, dei suoi figli, della guerra di liberazione indiana, alcune confidenze su Gandhi, dell’inizio degli studi sul non conosciuto, del suo arrivo in Italia, dell’importanza della diffusione della Filosofia Acquariana (la Luce non può rimanere nascosta).
Ritengo Baba Bedi un “bene prezioso dell’umanità”.
Con la speranza di non essere riduttivo, sintetizzo il suo pensiero come segue:
Un mondo in pace, dove gli individui possano esprimersi con gioia. Un mondo dove a prevalere siano la tolleranza, l’accoglienza, la gioia del comunicare e dell’esprimersi nella libertà e nel rispetto reciproci.
Un mondo dove fiorisce la consapevolezza che gli individui sono componenti e apportatori di un contributo essenziale e fondamentale per un reciproco arricchimento e per un globale progetto evolutivo. Un mondo in cui ogni cosa è mio fratello.
LA LUCE NON E’ FATTA PER RIMANERE NASCOSTA
Un giorno, quando studiavo con Baba a Milano, egli mi disse: “per favore apri le tende, il sole ha fatto così tanta strada, non deve rimanere nascosto. La Luce non è fatta per rimanere nascosta”. Mi auguro che tutti coloro che hanno conosciuto la Luce trovino la forza ed il coraggio di viverla e testimoniarla nella propria vita, contribuendo così alla diffusione della pace.
TECNICA VIBRAZIONALE
Secondo il pensiero di Baba Bedi, la Tecnica Vibrazionale è basata prima di tutto sulla conoscenza di quale tipo di squilibrio si va accumulando nel corpo e quale tipo di malattia colpisce ogni organo.
Egli sosteneva che spesso queste conoscenze sono trascurate, così imporre le mani è spesso soltanto un atto meccanico, lo si fa senza la consapevolezza di ciò che realmente accade.
LA FORZA CHE CURA
Baba sosteneva che se chiediamo a chi usa le mani per alleviare la sofferenza: “che cosa è questa forza che cura?” Le risposte inevitabilmente saranno: “Nelle mie mani c’è il fluido che cura”, questo modo di rispondere dimostra che spesso non si conosce il significato dello strumento che si usa. Se noi non comprendiamo la natura di ciò che usiamo, come possiamo usarlo in modo corretto? La differenza di base tra la tecnica vibrazionale ed altre tecniche, è che nella tecnica vibrazionale si studia la natura di questa forza che solleva dalle sofferenze e dai disagi.
Baba metteva in evidenza che la conoscenza di questo cosiddetto fluido fosse molto antica. Egli ci disse che: Ermete d’Egitto chiamò questa forza “Dardo invisibile”, che successivamente in Cina, chiamarono questa forza “Specchio del Tao”, intendendo uno specchio che riflette la realtà, la nostra realtà. Dopo arrivarono gli Indù che diedero nome a questa forza “Occhio di Shiva”, (è una divinità di trasformazione, allora s’intendeva un raggio che porta avanti la trasformazione evolutiva). Dopo vennero i Tibetani, che diedero nome a questa forza “Terzo occhio”. Usavano le capacità di quest’organo per scoprire la realtà, la natura della natura, la qualità delle erbe, delle persone, delle stelle. Due secoli fa sono venuti gli psicologi che hanno dato nome a questa forza “sesto senso”. Dandogli nome sesto senso lo hanno riconosciuto come un senso, ma non conoscevano attraverso quale metodo funzionasse, da dove avesse origine. Recentemente, sono arrivati i parapsicologi che hanno dato nome a questa forza “percezione extrasensoriale”, perciò una percezione non legata ai sensi, fuori dall’orbita dei sensi. Non sapendo come funzionasse e non conoscendo la natura di quest’organo, hanno detto: “è l’inconscio la sorgente di questa forza”. Ma anche questa non è la realtà!
Nei Corsi di Tecnica Vibrazionale che presento scopri l’origine di questa forza ed apprendi ad usarla, per il benessere tuo e di coloro che frequenti.
Per informazioni telefonare a Moreno Lupetti 348.99.48.771
Email: strategieevolutiveintegrate@gmail.com